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    Il logo è il primo elemento di identificazione di un marchio.
    È la vostra faccia.
    La vostra stretta di mano.
    La vostra credibilità e la vostra consapevolezza.
    Mai sentito parlare di “awareness”?
    È il vostro business.

    Stiamo assistendo sempre più frequentemente al fenomeno del “re-branding” da parte di moltissimi brand: un’operazione importante e chiaro segnale di cambiamenti nella vita di ogni azienda. Letteralmente re-branding significa “cambiare, rinnovare l'immagine di un'azienda”. Un processo molto complesso, una vera e propria strategia di marketing e sicuramente una svolta che l’azienda decide di adottare per svariate motivazioni. Non esiste azienda (piccola o grande che sia) che non abbia mai fatto almeno un restyling di logo. Può essere totale, e in questo caso si verifica un cambiamento radicale di alcuni tratti distintivi del brand, oppure parziale, quando si verificano piccole modifiche volte a migliorare l’armonia percettiva.

    Tendenze tra le griffe della moda...

    Negli ultimi tempi tra i loghi c’è stata una vera e propria epidemia che ha cancellato storie, accenti, virgole e nomi di battesimo dalle griffe, quasi sempre in concomitanza con cambiamenti di rotta alla direzione creativa. Eliminato ad esempio il nome del fondatore Yves al nuovo logo Saint Laurent, e dopo aver dato una “bastonata” al font (in grafica viene chiamato bastone un carattere senza grazie) dando vita ad un trend, a settembre dello scorso anno è sparito anche l’accento sulla e di Celine. Stesso stile grafico per una tripletta di B: Balenciaga, Burberry e Balmain, accomunati da una “pulizia tipografica” adottata anche in vista di una maggiore chiarezza e leggibilità sui social e sui dispositivi mobili.

     

    ... e controtendenze

    In netta controtendenza si inserisce Zara, il colosso spagnolo del low cost va in direzione contraria rispetto ai trend del settore moda: non solo di grazie ne ha aggiunte ma ha ridotto (quasi) al massimo la distanza tra una lettera e l’altra. Viene mantenuto il carattere serif, ma con lettere sovrapposte e una gamba sgargiante per la “R”. Da un estremo all’altro dunque, se prima c’era ampio uso degli spazi bianchi che conferivano un forte respiro tra ogni singola lettera ora abbiamo una sovrapposizione tra le lettere.

    Attenzione però!

    Non solo i grandi brand hanno capito quanto sia importante rinnovarsi: anche le piccole e medie imprese (PMI) piano piano, con le proprie risorse, si stanno muovendo in questa direzione.

    Le esigenze e le richieste dei consumatori cambiano incessantemente, così come il mercato. Proprio per questo motivo le aziende devono pensare al modo migliore per stare al passo con i tempi. Se sei una PMI e vuoi capire come muoverti, cosa potresti fare di più per la tua azienda… scrivici!