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AI Overview: come cambia la SEO per aziende e brand

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Ai overview spiegato da Jam Area
10:13

 

Chi lavora con la SEO o con il marketing digitale lo sa bene: basta un aggiornamento di Google per far tremare piani editoriali, performance organiche e strategie di visibilità. L’ultimo “terremoto” ha un nome preciso: AI Overview.
Ma di cosa si tratta davvero? Perché tutti ne parlano? E, soprattutto, cosa cambia per brand e aziende che puntano a farsi trovare online?

Il modo in cui cerchiamo e troviamo informazioni online è cambiato radicalmente. Se fino a ieri la partita SEO si giocava sulla prima pagina dei risultati organici, oggi il vero obiettivo è un altro: diventare la fonte scelta dall’algoritmo per costruire quella risposta generativa che appare direttamente nella SERP.

Il white paper SEOZoom di luglio 2025 racconta bene questa rivoluzione, con dati esclusivi su chi sta vincendo la partita, quali settori stanno pagando di più e quali strategie servono per non farsi tagliare fuori. In questo articolo ripercorriamo i punti chiave, aggiungiamo esempi concreti e suggeriamo approcci pratici per aziende, brand e professionisti del marketing digitale.

Che cos’è AI Overview di Google?

AI Overview è la nuova funzionalità di Google che riassume le risposte alle ricerche direttamente nella SERP utilizzando l’intelligenza artificiale (modelli come Gemini).
In pratica, quando un utente fa una ricerca, al posto dei soli link blu o snippet in evidenza, trova un box generato dall’IA che offre una sintesi testuale, spesso arricchita da link di approfondimento e immagini.

Non più (solo) un elenco di risultati, ma una risposta conversazionale che intercetta subito l’intento di ricerca.

​​Il rollout è iniziato in modo sperimentale con meno dell’1% delle ricerche, ma da marzo 2025 ha accelerato: oggi oltre l’11% delle query mostra un’AI Overview, e la percentuale è in crescita. Per gli utenti significa tempo risparmiato, per i siti web un cambio di paradigma: non basta posizionarsi bene, bisogna essere scelti come fonte.

Come funziona?

La domanda più frequente è: “Ok, ma come fa Google a generare questo riassunto?”.
L’AI Overview si appoggia a:

  • Fonti autorevoli: siti indicizzati e con buona reputazione;
  • Contenuti strutturati: guide, how-to, FAQ che facilitano la comprensione;
  • Query complesse: ricerche più articolate, dove serve una risposta più ragionata.

Il sistema non “inventa” (anche se errori possono capitare), ma estrae, combina e sintetizza informazioni già presenti nel web.

Chi vince nelle AI Overview

Secondo i dati SEOZoom, le AI Overview tendono a premiare i brand con una reputazione consolidata. A dominare sono:

  • Enciclopedie e knowledge hub: Wikipedia, Treccani.
  • Portali verticali: MyPersonalTrainer per la salute, Skuola.net per l’istruzione.
  • Siti specialistici e sanitari: Humanitas, Santagostino.

Il denominatore comune è la fiducia. Non si tratta solo di quantità di contenuti, ma di autorevolezza agli occhi di Google. Interessante un dato: circa il 40% dei link nelle AI Overview non proviene dai primi 10 risultati organici. Google pesca a più ampio raggio, premiando qualità e pertinenza.

Dove appare nella SERP e quando si attiva?

L’AI Overview non è sempre visibile:

  • Si attiva soprattutto per query informative, come “come funziona l’AI Overview” o “quale CRM scegliere per un e-commerce”.
  • Può comparire in cima alla SERP o subito sotto gli annunci, occupando molto spazio visivo.
  • Non appare su tutte le ricerche transazionali (“comprare scarpe online”) ma tende a emergere su domande, tutorial e confronti.

Tradotto: se il tuo contenuto punta solo alla vendita, rischia di non essere mai selezionato. Se invece offre valore educativo, le chance aumentano.

Conviene farsi trovare lì? (SEO & traffico)

Qui si apre la parte più interessante per chi fa marketing. Comparire nell’AI Overview può diventare un boost di visibilità enorme. Ma non basta esserci: serve capire cosa cambia.

  • Pro:
    • Più autorevolezza: essere citati da Google in un box AI equivale a un “bollino di qualità”.
    • Più click qualificati: anche se il CTR medio cala, i click che arrivano sono più in target.

  • Contro:
    • Rischio cannibalizzazione: l’utente trova la risposta senza cliccare.
    • Competizione altissima: non basta più posizionarsi tra i primi 3 risultati, serve strutturare i contenuti “a prova di IA”.

In altre parole, conviene esserci. Ma bisogna cambiare approccio.

Citazione ≠ traffico: la sfida del click

Essere citati in un’AI Overview non significa automaticamente ricevere più visite. Spesso l’utente trova già la risposta in SERP. Ma ci sono casi in cui la menzione diventa un vantaggio competitivo: i siti che trasformano la citazione in traffico lo fanno offrendo qualcosa in più.

Esempi:

  • Un portale salute che, oltre alla definizione, propone calcolatori di BMI, guide pratiche, video tutorial.
  • Un sito automotive che non si limita al confronto tra modelli, ma offre configuratori e preventivi personalizzati.

In sintesi, la differenza la fa il “perché cliccare dopo”. Non basta essere citati: bisogna dare all’utente un motivo reale per proseguire.

I settori più colpiti (e favoriti)

SEOZoom ha mappato i comparti dove le AI Overview sono più presenti:

  • Salute e benessere: query informative e how-to.
  • Knowledge generale: enciclopedie e portali educativi.
  • Casa e fai-da-te: guide pratiche e tutorial.
  • Automotive: confronti tra modelli e tecnologie.
  • Arte e cultura: spiegazioni storiche e approfondimenti.

Per questi settori le AI Overview sono un’arma a doppio taglio: visibilità per i contenuti migliori, calo di traffico per chi non riesce a distinguersi.

Quali tipi di query attivano AI Overview?

Se vuoi capire dove puntare, guarda come cercano gli utenti. Le query che più spesso attivano la panoramica AI sono:

  • Domande conversazionali: iniziano con “come”, “perché”, “quando”.
  • How-to e tutorial: “come creare un sito web su WordPress”.
  • Comparazioni: “CRM vs ERP differenze”.
  • Ricerche localizzate: “migliori agenzie di comunicazione a Verbania”.

E qui il consiglio pratico: scrivere pensando alle domande, non solo alle keyword, intercettare e costruire contenuti che vadano oltre la risposta breve.

Come comparire nell’AI Overview?

La grande domanda dei marketer: “Come faccio a farci finire i miei contenuti?”.

Nessuna scorciatoia, nessun tag magico. Google lo ripete: conta la sostanza. I fattori chiave sono:

  • E-E-A-T rafforzato: esperienza, competenza, autorevolezza, affidabilità.
  • Completezza: trattare l’argomento in modo esaustivo, con FAQ, comparazioni, esempi.
  • Aggiornamento: i contenuti obsoleti perdono rilevanza.
  • Reputazione del dominio: autorevolezza del brand, backlink, firme di esperti.

Un consiglio pratico: integrare sezioni Q&A, box di confronto, definizioni chiare. Sono le strutture che l’algoritmo può riutilizzare più facilmente.

Non c’è una ricetta magica, ma una direzione chiara: scrivere per le persone e per l’IA allo stesso tempo.

Ci si può fidare? Opportunità e rischi dell’AI Overview

Come ogni novità, anche AI Overview porta con sé qualche ombra:

Rischi:

  • Riduzione dei clic organici (Google “trattiene” l’utente).
  • Competizione più alta, anche da player inaspettati.
  • Dipendenza da logiche algoritmiche non sempre trasparenti.

Opportunità:

  • Spazio per i brand verticali di nicchia.
  • Possibilità di agganciare query informative a lungo raggio.
  • Più autorevolezza se si diventa fonte privilegiata.

Questo significa che non sostituirà i contenuti, ma eleverà l’asticella della qualità.

Cosa cambia davvero per aziende e marketer?

Non si tratta solo di una novità tecnica, ma di un cambio culturale. L’AI Overview sposta il focus da “posizionarsi su Google” a “essere utili, chiari e affidabili per l’utente”.

Per chi fa comunicazione:

  • serve unire SEO + storytelling;
  • produrre contenuti che rispondano subito, ma che sappiano anche approfondire;
  • costruire identità solide che Google riconosce come autorevoli.

Una strategia ben pensata, curata nei dettagli, può portare un’agenzia o un brand locale a giocarsela con i grandi.

un’occasione, non una minaccia

AI Overview non è la fine della SEO, ma una sua evoluzione. Le aziende che sapranno farsi trovare con contenuti chiari, formati in modo intelligente e con una strategia a lungo termine non solo continueranno a essere visibili, ma potranno guadagnare un ruolo di primo piano.

In un mondo dove Google risponde sempre di più al posto nostro, la vera differenza resta la stessa: creare identità che restano e connessioni che contano.

Il futuro della SEO è già qui. Se vuoi capire come portare il tuo sito dentro le AI Overview, quali contenuti ottimizzare e come superare i competitor, è il momento di muoversi.
Gli strumenti ci sono, i dati anche. La differenza la farà la tua capacità di adattarti.

La domanda non è: l’AI cambierà la SEO?
La vera domanda è: sei pronto a cambiare insieme alla SEO?

Contattaci.

 

 

FAQ su Google AI Overview

Che cos’è AI Overview di Google?
È la nuova funzionalità di ricerca che fornisce un riassunto generato con l’intelligenza artificiale direttamente nella SERP, raccogliendo informazioni da fonti online autorevoli.

Come funziona l’AI Overview?
Analizza i contenuti web più rilevanti, li sintetizza con modelli di intelligenza artificiale (come Gemini) e li presenta in forma di panoramica, spesso con link di approfondimento.

Quando appare l’AI Overview?
Si attiva soprattutto per query complesse, domande conversazionali (“come”, “perché”), how-to, comparazioni e ricerche localizzate.

Come comparire nell’AI Overview?
Creando contenuti chiari e strutturati, utilizzando FAQ, markup schema, testi approfonditi e verticali, e puntando su fonti e domini autorevoli.

AI Overview riduce il traffico ai siti?
In alcuni casi sì, perché gli utenti trovano già la risposta nella panoramica. Tuttavia, comparire lì aumenta l’autorevolezza e porta click più qualificati.

È affidabile l’AI Overview?
Generalmente sì, ma possono verificarsi errori o sintesi imprecise. Per questo è fondamentale che i contenuti online siano accurati, aggiornati e ben strutturati.